L’Ente di previdenza dei medici, come le altre Casse di previdenza dei professionisti, resta inserito nell’elenco Istat delle PA. Dovrà quindi versare una parte dei suoi “risparmi” all’erario, il 5% nel 2012 e il 10% nel 2013, come previsto dalla spending review per tutti gli enti pubblici. Ecco la sentenza.
29 NOV - Pubblicata oggi la sentenza della sesta sezione del Consiglio di Stato che respinge, in sostanza, il ricorso avanzato dall’Adepp (l’Associazione degli enti previdenziali privati) contro l’inserimento da parte dell’Istat delle Casse di previdenza dei professionisti nell’elenco delle Pubbliche Amministrazioni, ribaltando due precedenti sentenze del Tar. Questo vuol dire che gli Enti di previdenza dovranno sottostare alle norme previste dalla “spending review” per tutte le P.A., a cominciare dal previsto taglio dei cosiddetti “costi intermedi” (nella misura del 5% nel 2012 e del 10% nel 2013) che dovranno poi essere versati all’erario.
“Una sentenza contraddittoria, che ci trova in totale dissenso, che si inserisce in modo non omogeneo nell’impianto normativo generale che sovraintende al sistema degli enti pensionistici privati e privatizzati”, commenta il presidente dell’Adepp Andrea Camporese, annunciando la volontà di compiere ulteriori passi legali. “È ovvio che le sentenze vanno rispettate – continua Camporese – ma è anche evidente che la battaglia giudiziaria in difesa del perimetro di autonomia non si può arrestare. Andremo in Corte Costituzionale a sostenere i nostri diritti sanciti dalle leggi di privatizzazione e percorreremo anche la via della Corte di Giustizia Europea. Da troppi anni sosteniamo la necessità di chiarire i confini della nostra responsabilità a tutela degli iscritti”.